Dac AudioGD R1 ...una sopresa R2R !
Ho acquistato questo DAC da qualche mese, e dopo un periodo di reciproca conoscenza vi racconto qualche impressione d’uso.
Un DAC con tecnologia r2r e completamente bilanciato, con un processore DSP FPGA e filtri di sovracampionamento, con una bella scheda Amanero.
Compatto e massiccio e soprendentemente leggero, ma veniamo a come suona.
Già il fatto di usare una frase “come suona” per definire un DAC è fuorviante di per sé, perché se c’è una caratteristica che richiedo ad un convertitore D/A è proprio quella di non farsi sentire e di riproporre il più fedelmente possibile l’incisione, ed infatti questo R1 sembra essere di questo parere anche se, come per tutti gli apparecchi, ci lascia uno zampino.
Gli suona affianco un Lector Digitube 192-S, giusto per aver un contraddittorio e per confrontarlo con qualcosa di opposto, un DAC con due valvoline ed un’impronta tipica del genere. .
Quando Andrea Ricci mi presentò la gamma AudioGD confesso che ero un po' scettico sulla matrice cinese di questo progetto. Il mondo della hi-fi e costellato Di apparecchiature made in China generalmente ben rifinite e belle a vedersi ma non del tutto impeccabili dal punto di vista della qualità sonora.
L'ingegner Ricci mi ha aperto un amplificatore ed anche il dac R1 per mostrarmi la circuitazione, l'utilizzo della cavetteria e soprattutto la qualità dei componenti impiegati per il progetto: Sono rimasto a bocca aperta !
Saldature di alta qualità, schermate nei punti più delicati, componenti di prima scelta ed una intelligenza nella scelta del circuito impiegato alla quale inevitabilmente mi aspetto un suono di altrettanta finezza.
Le aspettative sono divenute alte, e non resta di indossare le cuffie mettendolo a confronto con il convertitore valvolare da una parte ed il suono elettrostatico dall'altra .
Le catene d'ascolto sono le seguenti:
Impianto 1 ) streaming 24/96 – dac Audio GD R1 – amplificatore CEC HD53N – cuffie Sennheiser HD800
Impianto 2 ) streaming 24/96 – dac Audio GD R1 – amplificatore Stax 006 TS – cuffie Stax 700 mkII
Come sempre il suono verrà confrontato con un altro DAC, il Lectore Digitube e con quello che ormai da diverso tempo ha preso posto stabile nella mia catena d'ascolto, ovvero il Denafrips Terminator, macchina di tutt'altro costo ma che condivide con audio GD la tecnologia r2r.
La compilation con i brani di riferimento già pronta, e Come avrete letto nella premessa iniziale, il genere prevalente d'ascolto è quello della musica classica cameristica e sinfonica, vocale e lirica, con Ampi sconfinamenti nella musica pop italiana e nel jazz. Meno praticati, poiché meno conosciuti, gli altri generi legati al Rock al metal e via dicendo.
Sull'impianto numero 1 il Dac AudioGD mi ha lasciato per la seconda volta a bocca aperta perché è stato in grado di sfoderare una linearità di proposizione delle varie gamme tonali in maniera reale, con la giusta separazione di palcoscenico ed una discesa nella gamma dei bassi quelli veri, senza risultare mai gommoso ho confuso.
Nella musica percussiva sono riuscito a percepire le vibrazioni inferiori della pelle Ben delineate e nitide, a dispetto di Chi sostiene che le hd800 non posseggano dei bassi di tutto rilievo.
Continuando gli ascolti mi ha colpito positivamente l'apertura della scena sonora anche in corrispondenza degli staccati dei violoncelli e dei contrabbassi che risultavano ben leggibili ma soprattutto godibili nell'insieme sonoro caratterizzando una realtà della scena ben prossima all'esecuzione originaria.
Non a caso ho scelto un amplificatore muscoloso come il CEC HD53N vigoroso è pieno nella gamma media, capace di conferire musicalità anche a quelle esecuzioni un po' carenti nelle frequenze che caratterizzano le chitarre e la voce media maschile.
A dire il vero, talvolta questo amplificatore, se non pilotato a dovere eccede in questa eufonia, caratterizzando la cena con molto corpo ma di contro, appena meno leggibile rispetto ad altri concorrenti.
L'Audio GD R1 con le sue qualità cristalline e di linearità sull'intera banda ha trovato una notevole sinergia con questo amplificatore garantendo ascolti molto musicali e percettivi della spazialità degli strumenti, orientando l'ascoltatore verso una ricostruzione organica è composta del palcoscenico sonoro.
Il fattore più sorprendente, resta comunque la velocità dei transienti ed una pulizia agli estremi di banda soprattutto nel comparto basso, laddove è un piacere seguire le armoniche più profonde e gli echi dei riverberi, così come le linee melodiche tracciate dal basso, sempre leggibile e veloce e mai in affanno.
Tuttalpiù potremmo attribuire ha tanta pulizia, una lieve mancanza di rotondità sugli acuti e sovracuti, come ad esempio i piatti alti della batteria ho alcuni campanelli e Cimbali nella musica classica.
Confrontando gli ascolti con il DAC prodotto dalla Lector, si evidenzia una maggiore rifinitura nella gamma media dovuta alla progettazione valvolare, che, se da una parte offre Maggiore rotondità, dall'altra toglie il realismo ha molti strumenti musicali che invece necessitano di una pulizia di armoniche e di una definizione anche nelle gambe eccedenti quella media.
Nel mio caso non ho dubbi ed infatti l'audio di di risulta preferibile soprattutto nei generi un po' più congestionati come il pop, ed in tutte quelle esecuzioni sinfoniche nelle quali si incrociano molte linee melodiche che risultano più difficili da seguire con il dac a valvole.
Dopo questo ascolto avevo il timore che un convertitore così pulito come solo la tecnologia r2r è in grado di offrire, avrebbe sofferto di una carenza di punch collegato ad un impianto elettrostatico.
Anche qui ho trovato una sorpresa, infatti l'amplificatore Stax finché non dimentichiamo essere un amplificatore valvolare, è apparso subito a suo agio con un convertitore capace di erogare pulizia ed ampiezza nella scena, persino migliorata grazie al pilotaggio in bilanciato che questo dac è in grado di offrire come opzione.
Non significa che attraverso l'uscita analogica non si sappia esprimere, ma è pur vero che le uscite bilanciate sono più luminose veloci e consentono di percepire tutto quello che è stato registrato, facendo cadere anche un'ultima obelo rispetto alla sconto con le uscite sbilanciate.
Come di consueto ho affrontato i miei ascolti musicali nella modalità NOS ma esiste un comodo bottone posto sul frontale dell'apparecchio, in grado di trasformare il carattere e la riproposizione emulando intanto apprezzati Burr Brown attraverso un sistema di sovracampionamento che ho trovato molto proficuo in relazione a vecchie incisioni un tantino stridule ed affaticanti per l'orecchio.
Grazie a questa compensazione acustica, il suono diviene più morbido ed arrotondato, più invitante e non vi nascondo che l'ho impiegato con molta soddisfazione anche nel Jazz vocale femminile dove le voci e le corde del Basso, acquistavano una corposità ed un realismo molto accattivante.
In conclusione il DAC R1 prodotto da AudioGD è un apparecchio molto pensionante Che consiglio assolutamente, che si distacca fin dal primo ascolto dalla maggior parte dei prodotti cinesi di bassa qualità presenti sul mercato dell'HI FI..
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Una premessa finale !
Per rendere questa recensione utile a tutti, va ricordata una premessa essenziale: la musica passa attraverso le orecchie che possiedono forma e sensibilità diversa per ciascuno di noi, vale a dire che non solo producono una risposta diversa alle varie frequenze per caratteristiche morfologiche, ma soprattutto rispondono differentemente l'una dall'altra alle sollecitazioni prodotte da talune bande di frequenze in particolare.
Nel mio caso specifico ( lo scrivo per orientarvi alla lettura ) manifesto una certa intolleranza alle frequenze troppo pronunciate attorno al 1,2khz e trovo altrettanto insistenti quelle troppo enfatizzate vicine ai 90hz.
Questo preambolo servirà a tarare il lettore circa la mia criticità analitica, Che talvolta manifesterà Dei giudizi viziati dal gusto squisitamente personale, così come personale è Il repertorio d'ascolto che nel mio caso e lato per la maggior parte del tempo musica classica cameristica, sinfonica e vocale.
La riproduzione di un quartetto d'archi a titolo d'esempio, metterà in luce alcuni aspetti sonori che la medesima cuffia / amplificatore / sorgente impegnato in altri generi musicali non riuscirà ad indagare con tanta introspezione. Vale ovviamente, ( e per fortuna ! ) il contrario.
L’ovvia conclusione di questa premessa è che ciascuno ha le proprie orecchie ed i propri gusti musicali e d’ascolto, e principalmente a questi deve affidarsi anche a dispetto di una lusinghiera recensione verso questo o quell’apparecchio.
Nelle recensioni dell’Orecchio Musicale non sono solitodilungarmi in misure, rilevazioni, dettami costruittivi. ecc…perchè a meno di difetti o pregi particolari da porre in evidenza al fine della percezione audio, risultano informazioni facilmente reperibili presso il sito del produttore. L’unico motivo valido per leggere la mia opinione in merito è quella di ascoltare il parere delle orecchie di un musicista.
Grazie e buona lettura.
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